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Blue Valentine - Scheda del film

 

 

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PIEMONTE AL CINEMA – IL CINEMA DIFFUSO
Promosso da Regione Piemonte, AIACE, AGIS

 

Giovedì 31 ottobre 2013 – Scheda n. 4 (898)

 

 

 

 

 

Blue Valentine

 

 

 

Regia: Derek Cianfrance

 

Sceneggiatura: Derek Cianfrance, Joey Curtis, Cami Delavigne

Fotografia: Andrij Parekh. Montaggio: Jim Helton, Ron Patane.

Musica: Grizzly Bear.

 

Interpreti: Ryan Gosling (Dean), Michelle Williams (Cindy),

Faith Wladyka (Frankie), John Doman (Jerry),

Mike Vogel (Bobby).

 

Produzione: Silwerwood Films. Distribuzione: Movies Inspired.

Durata: 114’. Origine: Usa, 2010.

 

 

Derek Cianfrance

 

 

Un nome nuovo. Nato in Colorado nel 1974, cresciuto a Lakewood, vicino a Denver, Colorado, Derek Cianfrance si interessa presto al cinema, gira piccoli filmati, decide di studiare cinema. Primo lungo a 23 anni, Brother Tied, presentato al Sundance nel 1998. Gira doc per la tv: Shots in the Dark, Run-D.M.C. and Jam Master Jay: The Last Interview e Black and White: A Portrait of Sean Combs, su gruppi musicali. Cura la fotografia per Streets of Legend, diretto dall’amico Joey Curtis. Nel 2003 conosce gli attori Michelle Williams e Ryan Gosling e presenta loro la sceneggiatura di questo Blue Valentine. Li vuole come protagonisti. La realizzazione incontra molti ostacoli. Nel 2006 Cianfrance trova finalmente i fondi per girare il film, presentato al Sundance 2010. Nel 2012 dirige Come un tuono, sempre con Ryan Gosling, più Bradley Cooper, Eva Mendes e Rose Byrne. Come un tuono lo vedremo al Cineforum il 5 dicembre.

Sentiamo Cianfrance: «Ci ho messo più di 12 anni, tra sceneggiature scritte e riscritte, rifiuti e altri rifiuti, per riuscire a fare il film. Nel 1998 avevo 24 anni e stavo in piedi davanti a una macchina fotocopiatrice. Guardavo le copie della mia sceneggiatura venir fuori una a una. Pensavo che avrei venduto il film in pochi mesi. Invece ogni studio lo rifiutò. Così mi sono dato alla pubblicità e ai documentari per pagare i conti. I mesi si trasformarono in anni fino a quando decisi di iniziare le prove con i miei due attori, Gosling e la Williams. Per settimane intere si sono persi nei personaggi vivendo nella stessa casa, facendo la spesa in paese e comportandosi da infermiera e imbianchino come nella finzione. Le scene dell’innamoramento sono state girate proprio in questo periodo. Altre scene sono state girate in maniera improvvisata. Questo per sorprendere anche i futuri produttori. Le scene del resto del film, quando riuscii a trovare i soldi, le ho girate tempo dopo: è come se avessi girato due film... Ho continuato a tenere la storia e i personaggi aderenti al progetto iniziale, senza mai cedere di fronte ad artifici della finzione che risultassero lontani dalla mia esperienza e dai personaggi di cui volevo raccontare la storia. Amo il cinema, sono un appassionato di film della storia del cinema americano, ma trovo che la maggior parte dei personaggi siano frutto di pura fantasia. Sono spesso bellissimi, sono bravi, parlano perfettamente e si muovono altrettanto bene, sanno come muoversi in scena e come devono esprimersi, sanno sempre cosa vogliono e hanno chiari i loro obiettivi per rendere al massimo, senza mai cedere di fronte al caso o al mistero. Spesso quando vai a vedere questi film al cinema, esci soddisfatto, tutti percepiscono il film nella stessa maniera, sai perfettamente come il regista si è mosso per avere questi risultati che devono essere chiari e uniformi per il pubblico. Invece io in Blue Valentine ho cercato solo in parte questo risultato, ma soprattutto ho lasciato uno spazio importante alle contraddizioni dei personaggi e della loro storia. Rimangono bellissimi, ma hanno anche dei lati oscuri, non proprio da copertina. Spesso leggi un’insoddisfazione nei volti dei personaggi principali quando devono reagire di fronte agli eventi, la loro delusione è parte della storia. Questa brutalità della bellezza è stata l’idea che ho voluto portare avanti in tutti questi anni. Non sempre i miei due personaggi riescono a esprimersi chiaramente, fanno fatica, si trovano di fronte a delle difficoltà nell’immedesimarsi (...). Blue Valentine è stato creato per essere aperto a differenti livelli di ascolto, si possono vedere nel film cose diverse, è come se il film avesse un battito sempre vivo. Ho voluto che il film continuasse a pulsare, mostrasse delle persone vive. (...) C’è una canzone delle Supremes che mi sono portato dietro in tutti questi anni di lavoro, è un vero capolavoro, si intitola Baby Baby Where Did Our Love Go? (Baby dove se n’è andato il nostro amore?). Quel punto interrogativo è un po’ come il mio film che non vuole cercare risposte, non ha un messaggio univoco. È un film con delle domande. (...) Per me Blue Valentine è un duetto tra uomo e donna, attraverso il loro passato e il loro presente, attraverso la loro giovinezza e il processo di diventare adulti, tra amore e odio. Si tratta di affrontare delle dualità, degli opposti. Il film si muove tutto in questa ricerca o perdita dell’equilibrio fra i due, tra l’incontro e l’innamoramento e poi l’allontanamento e la perdita dell’amore».

 

 

La critica

 

 

La domanda è giusta e corretta per San Valentino: come finisce un amore, a che velocità e perché? Nessuno nei secoli ha mai provato a dare una risposta e non lo tenta neppure Derek Cianfrance, premiato documentarista che debutta nella fiction radiografando un ménage in crisi e naturalmente tornando avanti e indietro nella registrazione della vita per dimostrare il bilancio in dare e avere degli affetti e la disperazione dell’incostanza. Blue Valentine è un film di due anni fa che esce soltanto ora in Italia e disordinatamente, per merito della Movie Inspired cui si deve il recupero di Take shelter di Jeff Nichols, quindi il cinema indipendente Usa. Modificando la tecnica e i tempi della storia d’amore (16 mm per il passato e digitale per oggi) il regista dimostra uno stile quasi documentario anche nel riprendere l’innamoramento e amore, il deficit sentimentale, osservando in modo scientifico i mutamenti non solo interiori ma anche del fisico, dato che il corpo è gran protagonista del film. Non solo in senso erotico, anche se due amplessi sono molto intensi, ma anche come metamorfosi degli affetti nascosti. Ryan Gosling (Driver , Le idi di marzo e fra poco in Gangster Squad), trentadue anni, uno dei migliori attori della nuova generazione con Bradley Cooper, James Franco, Joseph Gordon Levitt, si trasforma incredibilmente e compostamente in un nevrotico: dapprima sorride e corteggia, poi strapazza, maltratta e sopporta la brava Michelle Williams l’ex Marilyn che per questo film ebbe una giusta nomination agli Oscar. Il film, applaudito al Sundance, a Cannes e a Toronto, è il racconto naturalistico (la sintesi spetta a noi nel finale aperto) di un famiglia dove se ne specchiano milioni di altre, vista nel quotidiano rapporto con la vecchiaia, coi parenti, col lavoro, col cane che scappa e nel tentativo illusorio di tornare indietro nel tempo solo prenotando la stanza del futuro in un hotel particolare. Impossibile il replay, ogni minuto non passa invano e il quesito sull’amore che si spegne poco alla volta, resta inevaso. Qui, nel dubbio che uccide, sta il fascino dell’opera che ha stile nell’accostamento dei piani spazio temporali e coccola la memoria già filtrata dal cuore, oltre che nella comunicativa bravura dei due protagonisti. Che si amano e si odiano con uguale intensità, anche per colpa di un terzo e manesco incomodo, amoreggiano per terra e in doccia, struggendosi nel corso del tempo e al pensiero della loro figlioletta, il cui sguardo ci mette alla prova.

MMaurizio Porro, Corriere della Sera, 14 febbraio 2013

 

Chi ha detto che ci sposiamo perché vogliamo che qualcuno sia testimone delle nostre vite? Questo fornirebbe una spiegazione sui turbamenti mentali della coppia sposata di Blue Valentine, film che segue lui e lei lungo i primi sei anni della loro reciproca vicinanza e osservazione. Dean e Cindy si sono sposati per essere sicuri che ci fosse qualcuno a osservarli? E perché Dean aveva ancora bisogno di essere osservato mentre Cindy perdeva il brivido dell’osservare? Questo è un film che sa guardare molto bene. Derek Cianfrance, sceneggiatore e regista, osserva con precisione la nascita e lo spegnersi di una relazione. Questo è un film che vive di dettagli. Verso la fine dei sei anni, quando Cindy ricorda a malapena perché ha sposato Dean, Cianfrance osserva l’esaurimento fisico e mentale che l’ha invasa. E osserva anche il modo in cui Dean sembra preoccuparsi della loro relazione solo quel tanto che basti perché Cindy resti sua moglie e sua osservatrice, la qual cosa era il suo obiettivo. Dean pensa al matrimonio come a una stazione. Cindy pensava che fosse il treno. I due attori, Ryan Gosling e Michelle Williams, sono una coppia di lavoratori della Pennsylvania con una bambina, Frankie, nata all’inizio del loro stare insieme. Cindy fa l’infermiera. Dean fa l’imbianchino. Quando si sono incontrati, e per un bel po’ di tempo, il lavoro occupava il centro delle loro vite. Andavano a lavorare e tornavano dal lavoro. Nell’aspetto fisico, la Williams e Gosling ci mostrano Dean e Cindy in due diversi periodi: la loro età nell’adesso del film e com’erano invece all’inizio del loro rapporto quando sentivano pienamente la consapevolezza che il contatto con l’altro portava a un immediato piacere sensuale. (...) Blue Valentine si muove tra passato e presente come per capire dove le cose hanno cominciato a prendere la piega sbagliata. Dal punto di vista di Dean, non è successo niente. Voleva sposare Cindy e vuole ancora stare con lei. Cindy non ne può più. Ha smesso di pensare che il meglio debba ancora arrivare. Pensa che tutto è così com’è. (...)

RRoger Ebert, Chicago Sun Times, 5 gennaio 2011

 

 

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