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Scheda del film 185 Kb)
Mandibules - Scheda del film

 

 

 
 

 

in collaborazione con:

 

CINEMA SOCIALE

S.O.M.S. Società Operaia di Mutuo Soccorso Omegna

 

 

Giovedì 24 febbraio 2022 – Scheda n. 16 (1099)

 

 

 

 

 

 

Mandibules

 

 

 

Titolo originale: Mandibules

 

Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio: Quentin Dupieux (Mr. Oizo).

 

Interpreti: David Marsais (Jean-Gab), Grégoire Ludig (Manu),

Adèle Exarchopoulos (Agnès), India Hair (Cécile),

Roméo Elvis (Serge), Coralie Russier (Sandrine).

 

Produzione: Hugo Sélignac, Chi-Fou-Mi Productions, Canal+.

Distribuzione: Memento Films.

Durata: 77’. Origine: Francia, Belgio, 2020.

 

 

Quentin Dupieux, alias Mr. Oizo

 

 

Quentin Dupieux, che usa spesso lo pseudonimo Mr. Oizo (che letto in francese si dice Mr. Uasò, cioè signor Uccello) è un produttore discografico, musicista e, da qualche anno, anche regista francese. Anzi, più che regista: se leggete il cast & credit qui sopra vedete che Dupieux-Oizo firma regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio del film. Dupieux, nato a Parigi nel 1974, è stato e ancora è uno dei protagonisti della scena musicale francese. Primo album nel 1999, Analog Worms Attack. Secondo album: Moustache. Poi produce i dischi per molti cantanti e gruppi. Del 2007 è il suo primo film, Steak. Il secondo, intitolato Nonfilm, è del 2009; il terzo è Rubber del 2011; il quarto, Wrong, è del 2012. Seguono Wrong Cops (2013), Réalité (2014), Au poste! (2018), Doppia pelle (Le Daim) (2019) e questo Mandibules che va benissimo per la Giubiascia.

Ecco qualche dichiarazione del regista. «Con Mandibules, che si inserisce perfettamente in questo solco, abbandono per sempre la morte per concentrarmi sulla vita. Mandibules è soprattutto una commedia sincera e genuina sull’amicizia. Grazie alla presenza di una [omissis!] nel cuore della storia, è anche un film fantastico...

Penso che alcune persone rifiutano ancora il film. Forse rifiutano il fatto che siano così sciocchi. E non è neanche giustificato! Sono così, prendere o lasciare...

Pensavo che questo tipo di umorismo fosse universale, ma non è così. È il modo in cui i ragazzi sono tra i dodici anni… e i sessanta. Sì, non finisce mai! Vedi, è terribile, ma mi fa ridere. Inizi con queste idee pazze, ma poi devi inventare personaggi realistici. Anche se sono ‘strampalati’, devi comunque credere che possano esistere realmente. Altrimenti puoi finisci per mancare il punto, o fare un film che non si connette con nessuno. È ciò che mi è già successo con Wrong. È un bel film, ma è così lontano dalla realtà, così assurdo, che solo pochi fanatici hanno apprezzato. Le persone normali si sono chieste: “Perché, perché, perché?” Troppi perché...

I miei due personaggi non mettono in dubbio niente di ciò che gli succede. Come realizzano che non è un asciugacapelli quello nel bagagliaio dell’auto, lo accettano e basta. Quella era l’idea: Trovano una [omissis] gigante, e chiunque altro, probabilmente avrebbe urlato o corso via. Loro invece si sono solo chiesti: “Ugh. È viva?” È una prospettiva completamente differente della situazione. Inoltre, non è un film horror, la [omissis] non è spaventosa, e penso che mentre stai guardando il film, sei più concentrato sulla loro amicizia, sui personaggi e ciò che gli succede...

Ho pensato ai mostri dei film degli anni Cinquanta, con quei mostri, che a guardarli oggi, spesso sembrano divertenti. Sono cresciuto con quei film con i mostri di gomma. Anche negli anni Ottanta, venivano ancora fatti così, considerando che gli effetti speciali non esistevano. Quindi era logico ricreare ciò, anche perché volevo che il mostro avesse una connessione con i miei attori...

Mi piacciono i personaggi che si fissano su delle idee. Sono ossessionato da ciò che faccio. Ho la mia vita personale con mia moglie e i miei figli, che è per la maggior parte normale. Ma non gioco a tennis, guido barche, viaggio, no. Sono un normale uomo di famiglia ossessionato dal fare film. Questa è l’unica cosa che faccio...

Ogni volta che realizzo che un film che è piacevole, sono sorpreso. Ho tanta libertà artistica: significa che sono l’unico responsabile. Se è un film noioso, è colpa mia...

I miei film sono storie semplici: la follia sta nei dettagli. Normalmente è qualcosa che avviene sul set. Posso dire a un attore: “Non hai niente da fare per qualche secondo, quindi perché non ti tocchi i capelli?”. Penso che il modo in cui faccio i miei film – il modo in cui vengono filmati, come vengono composte le colonne sonore – rende possibile la mia presenza nei festival qui a Venezia. Cerco di far sembrare una commedia sciocca, un vero e proprio film. Quando guardi una stupida commedia di Will Ferrell, sai che è una stupida commedia di Will Ferrell, non è neanche un film. È intrattenimento. Invece io faccio commedie in modo serio...

Per quanto riguarda questa, avevo in mente Non è un paese per vecchi, ma solo per l’aspetto del film o per il fatto che non hanno usato nessuna musica. È un concetto interessante per me, perché quando vedo un film dove hanno esagerato con le colonne sonore, mi pietrifico. Non riesco nemmeno a ridere. Quando la musica è lì per significare: “Oh, ecco un momento sentimentale”, oppure “Questo è un momento divertente”, mi viene solo da dire: “Amico. No.”».

 

 

La critica

 

 

Per chi conosce il cinema surreale e goliardico e l’umorismo bizzarro e nonsense di Quentin Dupieux (alias Mr. Oizo), la trama di quest’ultimo film sembrerà perfettamente ordinaria, perfino meno audace o lunare di tante altre. E in effetti c’è più o meno quello che uno si aspetterebbe da lui, come i personaggi intrisi di una forte dose di anormalità, l’elemento dell’assurdo o del paradossale e in generale un’atmosfera fra il fantastico e il surreale in cui succedono cose inverosimili nella più totale indifferenza di chi vi assiste. Eppure qualcosa di diverso dal solito c’è. Il regista ha dichiarato di aver voluto provare a fare un film più allegro e solare del consueto, estirpando le ombre fosche e i richiami alla morte tipici delle sue commedie. E in effetti non c’è traccia delle sfumature nere viste per esempio nell’ultimo Doppia pelle, passato a Cannes lo scorso anno e fra i pochi film usciti in streaming durante il lockdown. Qui tutto è più scanzonato e volutamente farsesco, dalla stupidità dei due protagonisti – specie di Scemo e più scemo in salsa francese – agli accenti stravaganti, spesso grotteschi che colorano una storia talmente esile e lineare da diventare quasi superflua rispetto al resto. Il risultato però è davvero esilarante. Se si accetta di scendere a patti con il film e di adeguarsi alle bizzarrie cui Dupieux fa costantemente ricorso il divertimento è assicurato. Mandibules è un film sull’amicizia, sulla libertà di non conformarsi e di stare al mondo ognuno come gli pare. I due loser senza alcuna qualità né volontà di emergere dalla piattezza delle loro esistenze che animano la storia sono personaggi bidimensionali, non imparano alcuna lezione e sono mossi solo dall’intenzione di realizzare il loro piano demenziale. Eppure interpretano un sentimento di amicizia vero e genuino all’interno di una società deformata e deformante, in cui tutto appare bizzarro, eccessivo, a tratti mostruoso. E il film è di fatto un «ritratto surrealista di una società, la nostra, dominata da rapporti umani contorti» come dice il regista stesso, in cui gli unici portatori di uno sguardo autentico non possono essere che due poveri idioti, verrebbe da aggiungere. Nulla di illuminante, d’accordo, e soprattutto niente di nuovo. Eppure nell’universo distorto e surreale che Mr. Oizo – sin dagli esordi musicali – ha iconizzato in stile è un discorso che, ingenuamente, trova un suo senso. E che è capace di dimostrare come spesso per fare un film convincente bastano un’ora e venti e qualche buona idea. (...)

LLorenzo Rossi, 28 giugno 2021, cineforum.it

 

Un’ossessione per gli oggetti, e per la loro capacità di provocare feticismo, ma anche di essere curiosi strumenti per divertire, ma anche uccidere, seppure con una risata dello spettatore. La carriera sul grande schermo del fenomeno della musica francese Mr. Oizo aka Quentin Dupieux, diventato un regista di culto, è segnata dalla bizzarria, tanto quanto poi lui riconduce con una certa serietà transalpina le sue opere a storie semplici e non poi così strane. Come dimenticare lo pneumatico assassino di Rubber (2010), o i lavori degli anni americani, come Wrong Cops (2012), poi il ritorno in patria, con quello che a nostro avviso rimane il suo film migliore, maturo e compiuto: Doppia pelle, dello scorso anno, con Juan Dujardin e la sua ossessione feticista per le giacche scamosciate.

In Mandibules torna a lavorare con attori meno noti, anche se i due amici tontarelli protagonisti del film, Jean Gab (!) e Manu, David Marsais e Grégoire Ludig, sono un duo comico francese, nato sul web e passato in televisione, piuttosto noto in Francia. Nel film i due si trovano nel bagagliaio della macchina una mosca gigante, che decidono di addestrare per utilizzarla come drone e farci un sacco di soldi, non proprio leciti. Non molto come trama, ma quello che conta è ovviamente il viaggio, in questo ennesimo film on the road della sua filmografia, che è soprattutto un film di incontri e, insiste molto Dupieux, di fatto un film positivo e sull’amicizia, dopo tanti lavori ironici ma a loro modo funerei. L’incontro più memorabile di tutti è quello con Adèle Exarchopoulos, finalmente in un ruolo diverso dai suoi soliti post La vita di Adèle. È spassosa nei panni comici di una ragazza costretta da un problema alle corde vocali ad urlare sempre, anche quando non vorrebbe. Molto brava e divertente, potrebbe essere per lei l’occasione di una riconversione benvenuta alla commedia. Mandibules è un film giocoso, elogio della ingenuità in cui la [omissis] diventa un giocattolone con cui omaggiare i mostri dei film fantastici anni ’50. Non mancano le trovate spiazzanti, surreali e capaci di suscitare risate a scena aperta.

MMauro Donzelli, 6 settembre 2020, comingsoon.it

 

 

 

 

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Durata: 139 minuti.

 

 

 

 

Giovedì 3 marzo, ore 21

 

Cinema Sociale di Omegna

 

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