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Locandina del film
La dignità degli ultimi - Locandina del film
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La dignità degli ultimi - Scheda del film

 CINEFORUM ARCIFIC OMEGNA


quarantatreesima stagione

in collaborazione con:

CINEMA SOCIALE - S.O.M.S. Società Operaia di Mutuo Soccorso Omegna

PIEMONTE AL CINEMA - IL CINEMA DIFFUSO
promosso da Regione Piemonte, AIACE, AGIS

 

 

Giovedì 5 aprile 2007 – scheda n. 23 (726)

 

 

La dignità degli ultimi

 

 Titolo originale: La dignidad de los nadies

 

Regia, sceneggiatura, fotografia e produzione: Fernando E. Solanas

Montaggio: Juan Carlos Macías, Martín Subirá.

Interpreti: la gente argentina.

Distribuzione: Bim.

Durata: 120. Origine: Argentina, 2005.

 

Il regista

 

Fernando E. (ovvero Ezequiel) Solanas è nato a Buenos Aires nel 1936. È regista cinematografico e teatrale, musicista, attore, pubblicitario e creatore di storie per fumetti. È diventato famoso in tutto il mondo, nel 1968, con un film che fece epoca (e che all’epoca mostrammo anche qui al Cineforum), L’ora dei forni, dedicato ai movimenti rivoluzionari e all’ondata di rivolta che scosse l’America Latina verso la fine degli anni Sessanta. Solanas fu costretto a lasciare l’Argentina dopo il golpe militare del 1976 e a vivere in esilio in Francia fino al 1984. Tornato in patria a diretto Tangos (1985, premiato a Venezia), poi Sur (1988, miglior regia a Cannes), quindi Il viaggio (1992) e La nube (1998). Insieme a La dignità degli ultimi ha diretto un altro documentario parallelo, Il diario del saccheggio, sempre sulla situazione in Argentina negli ultimi anni, sulla crisi sociale ed economica culminata nel 2001 con le proteste popolari contro il governo Menem.

La parola a Solanas: «La dignità degli ultimi è un’opera sorta della catastrofe sociale argentina, con il 25 per cento di disoccupati e il 60 per cento di poveri e indigenti. Eravamo in grado di produrre alimenti per trecento milioni di persone e, nel frattempo, morivano cento persone al giorno per fame o malattie. Una cifra che un anno dopo già superava quella dei 30.000 ‘desaparecidos’ causati dal terrorismo di Stato. Una simile tragedia mi ha spinto a lavorare sulla memoria, per sconfiggere l’oblio. I giovani mi interrogavano sul passato recente. Occorreva collocare questa storia in un contesto preciso, anche se le prime denunce erano iniziate già negli anni Novanta. Sono nate così Il diario del saccheggio (2002-2004) un’analisi dei meccanismi del potere e delle forsennate politiche di privatizzazione, e La dignità degli ultimi, un’opera basata sulle storie di alcuni protagonisti della resistenza sociale. È l’epopea anonima e quotidiana di chi è sempre stato tradito: la classe media impoverita, i disoccupati, i  piqueteros che bloccano le strade… La dignità degli ultimi dà voce ai protagonisti. È pensabile che un pugno di donne, proprietarie di piccoli appezzamenti agricoli, lontane dalle questioni bancarie o politiche, sia in grado mettere in piedi un vigoroso, originale movimento di resistenza, di fatto bloccando un migliaio di aste giudiziarie? Per non parlare delle mense e dei forni popolari nei quartieri, dei centri di assistenza e di altre iniziative sociali sorte per affrontare la povertà e la fame. In questi anni, sono state centinaia le “marce del silenzio” organizzate dai familiari per commemorare le vittime delle mafie della polizia, iniziative che, in molti casi, sono riuscite ad individuare i colpevoli e a trascinarli in tribunale. E le fabbriche? Gli operai le hanno riscattate, dimostrando che, grazie all’autogestione e senza gerarchie, si può continuare a produrre con efficienza e qualità… Mentre percorrevo il paese e incontravo lavoratori, professionisti e indios, mi è venuta l’idea di realizzare un grande affresco sull’Argentina contemporanea. Ho così concepito quattro lungometraggi indipendenti tra di loro, ma uniti dal tema nazionale. Si parte dalla devastazione e dal saccheggio promossi del modello neoliberale, per arrivare alla ricostruzione e a un nuovo progetto capace di recuperare i diritti perduti… Dopo Il diario del saccheggio e La dignità degli ultimi, vedranno presto la luce Argentina latente e La rivolta della terraLa dignità degli ultimi non è soltanto un documentario, cinema di testimonianza o di finzione. Il film parte dalla narrazione ma utilizza altri linguaggi e, raccontando le storie di personaggi, si avvicina alla finzione. Ho cercato di fondere vari generi: il documentario, la finzione, il cinema-saggio. È un’opera aperta, composta da racconti, cronache e storie, in cui la testimonianza si fonde con la poesia e il saggio con i personaggi».

 

La critica

 

La dignità dei nessuno, come recita il titolo originale. Storie della resistenza “dal basso” nell'Argentina degli anni ‘90 contro la disoccupazione e la fame causate dal modello della globalizzazione neoliberista. Diviso in capitoli (introdotti da un riassunto dei fatti con date e cifre), è un viaggio dentro il disastro socio-economico argentino con ricorso a materiale di repertorio che si alterna alle riprese in diretta per mostrare i volti dietro le notizie e raccontare storie che la disinformazione ufficiale ignora e rimuove. «Stile tradizionale; taglio moderno con l'autore che osserva dall'alto, perlustra, interroga; passione d'altri tempi...» (Fabrizio Tassi). Spiccano tra i personaggi – perché tali diventano – il maestro Toba, ma anche Antonia e Chipi che organizzano una mensa gratuita alla periferia dell’immensa Buenos Aires, o il pretino spretato cui hanno incendiato la chiesa perché aveva denunciato i metodi mafiosi della polizia. L’indomito settantenne F. Solanas riesce a dare volto, carne, concretezza a parole astratte come solidarietà e resistenza sociale.

Morando Morandini, Il Morandini, 2007

 

Tra il 2004 e il 2005 Fernando Solanas dedica all’Argentina e alla sua terribile crisi del dicembre 2001 - che ha coinvolto anche l’Italia, scippata dei crediti e del denaro dei risparmiatori investito in “bond” - due documentari legati tra loro. Dal momento che per la distribuzione italiana vengono acquistati da due diverse società, capita la seguente bizzarria: la seconda parte, questo La dignità degli ultimi, esce in sala con un leggero anticipo rispetto alla prima, Il diario del saccheggio. Della crisi, così, possiamo valutare le immagini che illustrano soprattutto gli effetti, mentre si presuppone che per le cause dovremo attendere ancora qualche giorno. Solanas scende letteralmente per le strade, tra la gente che protesta; comincia (di)mostrando che la rivolta è stata forse così rapidamente incisiva perché ha coinvolto le classi medie (quelle che si sono viste depredare i conti correnti in banca) ma finisce per ricordarci che poi sono soprattutto le componenti sociali più disagiate, quelle che anche a livello urbanistico stanno ai margini (di Buenos Aires), ad aver subito le conseguenze del tracollo. Fernando Solanas racconta gli eroismi quotidiani di chi, attraverso forme di autogestione o rispolverando antichi concetti cooperativi, ha cercato e ancora cerca di unirsi per resistere al degrado e alla povertà, che laggiù ha ancora degli aspetti ottocenteschi, da spaccato londinese dickensiano. Commoventi, o meglio esaltanti, le donne dei “farmers” unite contro le banche che si portano via terreni e fattorie. La dignità degli ultimi è dunque una testimonianza preziosa su un risorgimento sociale possibile.

Mauro Gervasini, Film Tv, 6 giugno 2006

 

Fernando Ezequiel Solanas, il bravo regista argentino de L’ora dei forni, di Tangos-L’esilio di Gardel, di Sur, 70 anni, da tempo si dedica a raccontare la resistenza sociale in Argentina: storie di solidarietà, eroi anonimi che sconfiggono la degradazione sociale e fanno sopravvivere l’idea di futuro. «La cultura della sconfitta e dell’amnesia si è pericolosamente diffusa tra milioni di persone», dice il regista che intende scoprire e valorizzare «le prodezze quotidiane dei “nessuno”, proposte alternative e solidali tali da dimostrare come il cambiamento sociale sia ancora possibile». Ha ideato così una serie di film. Memorie del saccheggio (2002-2004), analisi dei meccanismi del potere e delle politiche di privatizzazione; La dignità degli ultimi, storie della resistenza sociale; e i prossimi Argentina latente, sulle risorse nazionali e il recupero dell’autonomia economica, e La rivolta della terra. Ne La dignità degli ultimi, Solanas ha cercato di fondere vani generi, il documentario, la finzione, il cinema-saggio, in un’opera aperta composta di racconti, cronache e storie, di testimonianza e poesia. Sono dieci le storie di poveri, di oppositori, di piqueteros (partecipanti ai picchetti che bloccano le strade per protesta), di disoccupati e donne. Sono storie dolenti, che rivelano condizioni di vita durissime: ma sono anche storie commoventi, ammirevoli per l’altruismo, la capacità di lotta, il caldo slancio, l’assenza di meschinità della gente. Oltre alle dieci storie, il film comprende pure tre cronache, un prologo: e soprattutto la forza e la tenacia dei regista deciso, con esempi emozionanti, a rivendicare la dignità dei popolo e la speranza. Naturalmente il film si basa sulle convinzioni dell’autore, che vede all’inizio del secolo una catastrofe argentina con il 25% di disoccupati, il 60% di poveri e indigenti, 100 persone al giorno morte per fame o malattia: una tragedia che conosciamo, il cui dolore non si può non condividere.

Lietta Tornabuoni, La Stampa, 2 giugno 2006

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