Search English (United States)  Italiano (Italia) Deutsch (Deutschland)  Español (España) Čeština (Česká Republika)
Friday, November 22, 2024 ..:: programma 54 » 5422 Infedelmente tua ::..   Login
Locandina del film
Trailer del film

Trailer del film su

Links del film

 

Pressbook del film

 

----------------------

su  

 


  

Scheda del film

e altri contenuti

 

 

Recensioni

 

 
----------------------

 

 

Il film su Wikipedia


----------------------

 

Il film su Internet Movie Database   (en)

 

 

Recensioni

 

 ----------------------

 

 

 

Il film su Cineforum.it

Scheda del film (241 Kb)
Infedelmente tua - Scheda del film

 

in collaborazione con:

 

CINEMA SOCIALE  S.O.M.S. Società Operaia di Mutuo Soccorso Omegna

PIEMONTE AL CINEMA – IL CINEMA DIFFUSO
Promosso da Regione Piemonte, AIACE, AGIS

 

Giovedì 22 marzo 2018 – Scheda n. 22 (1024)

 

 

 

 

 

Infedelmente tua

 

 

 

 

 

Titolo originale: Unfaithfully Yours

 

Regia e sceneggiatura: Preston Sturges

 

Fotografia: Victor Milner

Musiche: Gioacchino Rossini, Richard Wagner, Piotr Ilyich Tchaikovsky

 

Interpreti: Rex Harrison (Sir Alfred de Carter), Linda Darnell (Daphne de Carter),

Rudy Vallee (August Henschler), Barbara Lawrence (Barbara Henschler),

Kurt Kreuger (Anthony Windborn), Lionel Stander (Hugo Standoff),

Edgar Kennedy (Sweeney).

 

Produzione: Fox. Distribuzione: Lab80 Film.

Durata: 98’. Origine: Usa, 1948.

 

 

Preston Sturges

 

 

Uno dei grandissimi registi dell’epoca d’oro del cinema americano, Preston Sturges è nato a Chicago nel 1898, da giovane è stato direttore di un istituto di bellezza la cui proprietaria era sua madre. In questo ruolo di direttore è diventato famoso per l’invenzione di un rossetto a prova di baci (non lasciava nessun segno...), poi ha fatto l’autore di canzoni, quindi è diventato commediografo arrivando al successo a Broadway con la commedia Strictly Dishonorable da cui fu tratto un film: e Sturges fu chiamato a Hollywood a lavorare nel cinema. Si fece un nome come  abilissimo sceneggiatore, molto richiesto dai registi. Così decise di passare alla regia nel 1940 con Il grande McGinty, storia di un vagabondo che, con l’aiuto di alcuni politicanti corrotti, viene eletto sindaco anche se per poco, però è un vero peccato visto che stava diventando bravo e onesto. Il film venne premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura, testo che Sturges aveva venduto per soli dieci dollari pur di poter dirigere il film. Subito dopo l’esordio dirige un secondo film, Un colpo di fortuna dove un giovanotto crede di aver vinto un grosso premio a un concorso pubblicitario, si dà alla pazza gioia e poi finisce che il premio l’ha vinto per davvero. Dotato di un formidabile estro per l’ironia e per la commedia sofisticata, Preston Sturges ha finito per diventare uno dei più prestigiosi sceneggiatori e registi della Hollywood classica. Alcuni suoi film sono dei veri e propri capolavori. Lady Eva, con la coppia di protagonisti Henry Fonda e Barbara Stanwyck (stupefacente la scena di lei che seduce lui, imbranato e terrorizzato, sul divano) e il magnifico I dimenticati, una commedia con fortissime venature sociali dentro la crisi economica, entrambi del 1941. I film sono due capisaldi non solo della commedia americana ma di tutto il cinema americano. Arrivano poi: lo scatenato Ritrovarsi (1942) con i membri del Club della Quaglia in gita sociale a Palm Beach...; Il miracolo del villaggio (1944) con Trudy che ha un debole per i soldati e che, dopo una festa di addio per le truppe, si sveglia al mattino, scopre che ha sposato qualcuno che non ricorda chi è e che è incinta...; Evviva il nostro eroe (1944) con il figlio di un eroe della prima guerra mondiale che vuole emulare il padre ma viene scartato alla visita di leva perché ha la febbre da fieno...; e ancora The Great Moment (1944), Meglio un mercoledì da leone (1947), questo Infedelmente tua (1948) e L’indiavolata pistolera (1949). Dopo questo film, sconfortato per i difficili rapporti con i produttori, Sturges decise di andare a vivere in Francia dove realizzò quello che sarebbe stato il suo ultimo film, Il carnet del maggiore Thompson (1955). A un certo punto decise di tornare a New York per scrivere, con grande anticipo (lui pensava...) le sue memorie intitolate nientemeno che Gli eventi che hanno condotto alla mia morte. E invece di lì a poco morì a soli 60 anni con le memorie scritte a metà. Nel 1975 il grande regista e collega William Wyler scrisse di lui così: «Io non potrei mai fare un buon film senza avere a disposizione uno sceneggiatore in gamba, ma Preston Sturges non aveva di questi problemi perché ne aveva sempre uno a disposizione: se stesso. Era veramente un autore, un creatore completo dei suoi film». Molti film di Preston Sturges sono pubblicati in Italia in dvd.

Naturalmente Preston Sturges era famoso per le sue battute. Eccone qualcuna, seria o stravagante: «La risata è per alcuni l’unica ricchezza. Non avanzo delle pretese artistiche. Sono soltanto un narratore e il successo mi arride se sono molte le persone che vanno a vedere i miei film... Ho diretto solo dei film di cui avevo scritto io stesso la sceneggiatura. Dev’essere più difficile tirare avanti per un regista che deve leggersi una sceneggiatura non sua la notte prima di andare sul set e cominciare le riprese del film... Ecco le mie regole d’oro per una commedia di successo. Una bella ragazza è meglio di una normale. Una gamba è meglio di un braccio. Una stanza da letto è meglio di un salotto. Un arrivo è meglio di una partenza. Una nascita è meglio di una morte. Un cane è meglio di un paesaggio. Un gattino è meglio di un cane. Un bacio è meglio di un gattino. Un capitombolo è meglio di qualsiasi altra cosa. La cosa più incredibile riguardo alla mia carriera è che ne ho una. Sono sempre stato e sempre sarò ottimista. Se la guerra è una soluzione, perché Roosevelt non dichiara guerra alla povertà?».

 

 

La critica

 

 

Che torni in sala, in versione restaurata, uno dei film di un autore come Preston Sturges, cineasta fondamentale per l’evoluzione del linguaggio della commedia (e del cinema tout court) nel corso degli anni ’40, non può ovviamente che farci piacere. Che la scelta sia tuttavia ricaduta proprio su Infedelmente tua, opera poco citata e generalmente sottovalutata nella filmografia del grande regista americano, è un particolare che, da solo, basta a essere fonte di positivo stupore. Arrivato in quella che viene generalmente considerata come la fase discendente della carriera di Sturges, successiva ai grandi successi della prima metà del decennio (Il grande McGinty, Lady Eva, I dimenticati) e alla seguente, fallimentare esperienza con la RKO di Howard Hughes (il fiasco di Meglio un mercoledì da leone), la pellicola è infatti esemplificativa del modo di intendere la commedia tipico di Sturges: con uno sguardo al passato, specie quello fecondo della screwball comedy, della commedia svitata del decennio precedente, ma anche con un fare iconoclasta capace da un lato di rendere come non mai umori e tensioni del suo tempo, dall’altro di proiettarsi verso un altro, e diverso, modo di fare cinema. Non deve trarre in inganno l’accoglienza tiepida che pubblico e critica dell’epoca tributarono al film, primo dei due lavori di Sturges alle dipendenze della Fox, prima del definitivo abbandono di Hollywood e della conclusione prematura della sua carriera. Infedelmente tua, interpretato da Rex Harrison e Linda Darnell, focalizza infatti con straordinaria lucidità, forse persino meglio delle sue opere più celebrate, temi e approccio alla materia tipici del regista e sceneggiatore statunitense. Nelle surriscaldate, irresistibili nevrosi del direttore d’orchestra interpretato da Harrison, nel suo ambiguo rapportarsi al motivo del sospetto, nella divertita resa del suo fare schizoide di fronte al tradimento, troviamo tutto l’atteggiamento disincantato e canzonatorio dell’autore nei confronti della famiglia borghese: tema, quest’ultimo, che attraversa la sua intera filmografia, e che qui si colora di un cinismo che non viene cancellato dall’illusorio happy ending. Alfred de Carter, dopo il John Sullivan de I dimenticati, è un altro alter ego di Sturges, preteso osservatore aristocratico dei rituali della vita borghese (incarnata dal ricco cognato), sprezzante e tuttavia incapace di distaccarsi dalla dimensione prosaica del dubbio, della gelosia, dei propositi di vendetta. Un alter ego che rifiuta di prendere troppo sul serio la sua arte, come rivela lui stesso in un esplicito dialogo: “Non c’è niente di serio nella musica. Dovrebbe essere ascoltata da sdraiati, con un panino in una mano e un boccale di birra nell’altra. E un sacco di belle ragazze attorno.” Sturges porta qui la sua riflessione critica sul genere della commedia romantica fino alle estreme conseguenze; lo fa replicandone nella fase iniziale gli aspetti più convenzionali e stereotipati (il confronto costante tra le due coppie, le schermaglie amorose, il tema della gelosia) per poi farlo deflagrare in una frammentazione del racconto che tocca finanche la dimensione del sogno. Proprio i tre, gustosi scenari immaginati dal protagonista durante la sua performance (l’uxoricidio, il perdono e il duello) ognuno significativamente accostato a una composizione ad hoc, mettono plasticamente sullo schermo (come mai fatto fino ad allora nel genere) il mondo interiore e il carattere scisso del personaggio. Mondo interiore che il regista si diverte ulteriormente a demolire nel momento in cui – quando il personaggio interpretato da Harrison si trova a passare dalla progettazione ai fatti – gli oggetti che progettava di usare gli si rivoltano contro con crescente e irresistibile veemenza. La fase finale di Infedelmente tua è poi abilmente organizzata (viene da dire orchestrata, vista anche l’importanza dell’aspetto musicale nella costruzione del racconto) in un crescendo che giustappone la dimensione immaginaria e onirica (veicolata dalla musica) alla concretezza, l’illusione di dominio sull’ambiente all’inesorabile e anarchica ribellione di quest’ultimo. Il climax che caratterizza la mezz’ora finale di Infedelmente tua è all’insegna di una gestione dei tempi comici pressoché perfetta, un recupero tutto “fisico” del linguaggio della slapstick comedy che si contrappone efficacemente alla comicità verbale (incentrata sul solito uso serrato e brillante dei dialoghi) che aveva caratterizzato la frazione precedente. L’happy ending non inganni: il protagonista, sembra dirci il regista, ha prima incendiato, poi quasi distrutto una stanza d’albergo, architettato prima la trama di un omicidio e poi quella di un quasi-suicidio, sostanzialmente per nulla. Da tanto, irresistibile nulla, Sturges ha tratto persino un film. Sembra quasi di sentirlo sghignazzare, durante la consolatoria scena finale.

MMarco Minniti, quinlan.it, 30 marzo 2017

 

 

Home page

 

Calendario delle proiezioni

 

Prossimo film

 
 

Le cose che verranno

 

L'avenir

 

di Mia Hansen-Løve

 

 

 

La giovane regista Mia Hansen-Løve è uno dei talenti migliori del cinema francese.

In questo film racconta un po’ della vita di Nathalie (Isabelle Huppert), 55 anni, due figli, un marito e una madre fragile. Insegnante di filosofia, vive tra casa e scuola, tra principi filosofici e interrogativi morali. Procede tranquilla nei suoi giorni uguali fino a quando il marito... e la madre... e un allievo... e una gatta nera...

Come sarà il suo avenir?

Durata: 100’.

 

 

Giovedì 29 marzo, ore 21

Cinema Sociale - Omegna

Copyright (c) 2000-2006   Terms Of Use  Privacy Statement
DotNetNuke® is copyright 2002-2024 by DotNetNuke Corporation